35 anni di sacerdozio per Don Guido

Domenica 12 aprile la comunità parrocchiale ha partecipato numerosa alla messa in onore del 35-esimo di sacerdozio del parroco Don Guido Parutto. Nato a Claut il 28 maggio 1950, Don Guido ha infatti iniziato il suo percorso sacerdotale il 12 aprile 1980. A Cordovado è arrivato il 20 ottobre 2012, subentrando a Don Dario Roncadin, dopo esser stato parroco di Pinzano Manazzons prima e San Martino al Tagliamento dopo.

Il 12 aprile ha festeggiato il 35-esimo anno di sacerdozio: ha passato una giornata piacevole?

“Si, è stata una bella giornata, c’è stata una buona partecipazione da parte della gente e ho voluto coinvolgere in questa occasione anche le coppie che celebravano i 35 anni di matrimonio. Sono stato contento, è stata una giornata davvero piacevole, che abbiamo concluso con una cena nell’oratorio Mainardi”.

35 anni sono molti: come sarebbe possibile riassumerli in poche parole?

“Mah, direi che ho vissuto bene questi 35 anni di sacerdozio. I primi anni li ho trascorsi come cappellano a Spilimbergo, a Prata e a San Michele al Tagliamento. Potremmo dire come soldato semplice. Questa è la terza parrocchia in qualità di parroco, dopo Pinzano Manazzons e San Martino al Tagliamento. Ho cercato di dare il meglio di me stesso e mi sembra di essermi comportato bene, ho cercato di vivere con coerenza e con impegno il mio essere al servizio della parrocchia, ma soprattutto della gente più semplice, in particolare degli ammalati, degli anziani, senza dimenticare naturalmente le nuove generazioni”.

Ormai sono due anni e mezzo che lei è qui a Cordovado, come si trova qui? Come trova la comunità?

“Mi trovo bene, certo è che la parrocchia è piuttosto grande, per cui qualche volta faccio un po’ di fatica, nel senso che richiede impegno e responsabilità, ma cerco di fare il meglio che posso. Comunque ho trovato una parrocchia ben avviata, poiché devo riconoscere che Don Dario ha lavorato molto bene. In un certo senso quindi vivo di rendita, dato che ci sono molte persone che collaborano e danno una mano”.

Quindi c’è una buona partecipazione alla vita parrocchiale?

“Abbastanza, penso nella normalità, come in tutte le parrocchie. Forse c’è partecipazione maggiore per quanto riguarda la Messa della domenica rispetto a dov’ero prima. Quello che invece ritengo essere il neo, come del resto un po’ dappertutto, è il problema dei giovani: ci sono tanti ragazzi che fanno fatica ad avvicinarsi e partecipare”.

Ha qualche auspicio per il futuro, qualche augurio?

“Ho la speranza che i giovani, crescendo, continuino ad avere come riferimento la comunità, che non si allontanino troppo. L’auspicio vale anche per i genitori, che non abbiano paura di aiutare i loro figli a vivere la vita cristiana, e mi auguro che tutte le persone cerchino di aiutare e collaborare in questo, senza paura, con impegno e responsabilità”.

Giulia Francescutto