Un ironman cordovadese a Venezia

La gara di triathlon Challenge Venice ha richiamato lo scorso 5 giugno circa 800 atleti da tutto il mondo. Gli ironman si sono sfidati sulla full distance: 3,8 km a nuoto, poi 180 km in bicicletta, e di seguito una maratona (42,195 km). La frazione natatoria è partita dalla zona del ghetto ebraico, ha attraversato la laguna in parallelo al ponte della Libertà è si è conclusa sulle sponde del parco San Giuliano. Il percorso in bici si è snodato inizialmente tra Mestre e dintorni (per 28 km), prima di affrontare per tre volte un circuito di 41 km tra i comuni di Venezia, Meolo, Marcon, Monastier, Quarto d’Altino, Roncade, San Donà di Piave e Musile di Piave. Infine, la maratona si è tenuta all’interno di Parco San Giuliano, su strade prive di traffico, con un giro di circa 8,5 km da percorrere per cinque volte. Tra una prova e l’altra, ovviamente, niente sosta, perché l’obiettivo è quello di minimizzare il tempo complessivo.

Tra i partecipanti, anche un cordovadese, il 42-enne Marco Cognolato, che ha terminato la gara nel tempo ragguardevole di 11 ore e 45 minuti, così suddiviso: un’ora e 5’ per il nuoto, 5 ore e 36’ la frazione in bici, 4 ore e 52’ la maratona, più i minuti necessari a indossare l’abbigliamento di gara nelle zone cambio. Performance impressionanti, tutto sommato, che hanno richiesto un allenamento più che quotidiano e sempre molto intenso, oltre che grande determinazione e forza di volontà.

“Sono state 11 ore e 45 minuti – dice Marco – di gioia e grandi emozioni. Nell’anno precedente alla gara mi sono allenato dalle 6 alle 9 volte per settimana, alzandomi la mattina presto, prima di andare a lavorare, inverno o estate fa lo stesso, e poi partecipando anche ad altre gare, come il mezzo ironman a Rimini, la maratona di Treviso e altre mezze maratone. Nei fine settimana, inoltre, mi dedicavo ad allenamenti cosiddetti “lunghi”, con sedute in bicicletta di 5-6 ore e “corsette” di circa 30 km”. Come prossima sfida, Marco sta decidendo se partecipare di nuovo al Venice Challenge oppure a una gara analoga a Klagenfurt, nel 2017. “Ormai è una malattia”, aggiunge. E un’impresa non da tutti, aggiungiamo noi.