Matteo Barbini: I miei primi mesi in rossonero

Su YouTube c’è un filmato nel quale lo si vede calciare e palleggiare da vero funambolo dell’arte pedatoria, al campetto cordovadese di via Freschi. Basta digitare il suo nome: Matteo Barbini. Classe 1991, primi passi, calcisticamente parlando, al Sesto-Bagnarola e alla Sanvitese.

Poi due anni al Treviso, Allievi e Primavera. Titolare da subito, maglia numero 8, si mette in luce come centrocampista avanzato. L’uomo degli assist, insomma. Lo nota il Milan, che nell’estate 2009 decide di acquistarlo dalla società eneta a titolo definitivo. Arriva a Milano in un giorno di metà luglio, caldo afoso e tante speranze.

 

Le prime impressioni milanesi?

“Il primo impatto non è stato facile, c’è molta competizione, in squadra ci sono tanti giocatori anche di nazionali giovanili. Ora mi sto integrando sempre di più”.

 

La tua giornata tipo?

“Sveglia alle 7 e poi partenza dal Collegio Aloysianum di Gallarate, dove vivo, verso il liceo scientifico Giambattista Vico, a Varese. Sto frequentando il quinto anno e, devo dire, con ottimi risultati. Alla fine delle ore di scuola vengono a prenderci per andare a Milanello. Qui pranziamo insieme alla prima squadra. Non mi sembra neanche vero di ritrovarmi accanto ai miei idoli. Ronaldinho e Pato, tra l’altro, sono molto simpatici. Dopo una pausa di un paio d’ore, iniziamo l’allenamento. Verso le 17.30 il pullman ci riporta al collegio, e la sera si studia”.

 

I carichi di allenamento?

“Ci sono due preparatori tecnici e quattro preparatori atletici, oltre al tecnico che è Giovanni Stroppa (ex trequartista in svariate squadre di serie A, ndr). il direttore sportivo è invece Filippo Galli (ex difensore milanista). Gli allenamenti sono personalizzati, c’è chi fa corsa sulla sabbia, chi nel bosco, chi sulla distanza piana lunga. Lavoriamo moltissimo con la palla, quasi in ogni esercizio, per migliorare nel possesso e nelle situazioni di gioco. Disponiamo di una palestra, dove incontro spesso Borriello. Una volta al mese siamo attesi a Milan Lab, dove ci sottoponiamo a test fisici e psico-fisici. Siamo seguiti anche da uno psicologo”. E nel fine settimana il campionato.
“Giochiamo il sabato alle 14.30, e per ora siamo ai primi posti del nostro girone, che raggruppa squadre del Nord Italia”.

 

Un personale bilancio dei primi mesi?

“Il problema è la testa, mettersi nell’idea di riuscire a sfruttare l’occasione. Sarà importante, a fine anno, aver dato tutto, senza rimpianti. Filippo Galli in particolare mi apprezza anche come persona, mi viene a parlare spesso, incoraggiandomi a far bene”.