Messico e Cinema

Come si finisce a Città del Messico? Ancora adesso, almeno una volta al giorno, mi fermo un istante e mi lascio stupire dall’idea di essere a migliaia di chilometri da casa, in un altro paese e in un altro continente, in una metropoli da oltre 13 milioni di abitanti a 2300 metri sul livello del mare. Sono qui per lavoro ormai da qualche mese (anche se sono tornato a Cordovado a Natale, per
un breve periodo) e ho buone prospettive di

restarci ancora per un bel po’.

Da tempo meditavo di lasciare l’Italia, ma non avrei mai pensato di spostarmi in una prospettiva così differente.

Al momento sono impegnato in un progetto particolarmente stimolante; sono un restauratore di film e stiamo cercando di creare un archivio filmico.
Grazie ad un master europeo conseguito Venezia sono riuscito ad avere la possibilità di costituire questa iniziativa; attualmente abbiamo un patrimonio filmico stimato di 8000 titoli, principalmente messicani ma anche italiani, spagnoli e francesi.

Stiamo cercando non solo di conservarli ma di creare le basi per un restauro globale, volto a riutilizzare e riportare in vita il materiale.

Al di là del lavoro Città del Messico è un luogo affascinante: una città che è nata (o meglio demolita e ricostruita) sopra un lago, circondata da vulcani, con grossi problemi di inquinamento e degrado, ma che ta cercando di cambiare.

Di riflesso nell’entroterra è ben percepibile il legame con la terra e con la sua coltivazione, anche se bisogna uscire parecchi chilometri per trovare campi di agave blu o mais. Certo la pesante presenza di polizia a volte non fa che accrescere il senso di insicurezza, ma passi avanti anche su questo aspetto ne sono stati fatti. La metropolitana (al costo di 1 centesimo di euro per tratta!)
resta uno dei mezzi più sicuri ed economici in città.

Ciò che suggestiona maggiormente della metropoli (o semplicemente Mexico, come la chiamano qui) è la sua vivacità non solo economica
– colpisce la quantità di gente con un impiego, anche se la maggior arte con stipendi bassissimi – ma nche culturale, in quanto polo attrattivo dell’America latina.

Ciò grazie lla sua prestigiosa università, l’UNAM, circondata da un parco naturale, alla sua architettura originale  alle capacità di richiamare artisti a tutto il mondo (Michael Nyman, l compositore di musica per cinema, vive qui). Ed esiste anche un collegamento ideale con Trieste. Il castello che Massimiliano d’Asburgo fece costruire qui nel suo breve regno è conosciuto anche come Miravalle: così come il suo antecedente triestino, Miramare, guarda il golfo di Trieste, il Miravalle, dall’altura ove è ubicato, allunga il suo sguardo sull’intero altipiano.

Paolo Tosini