Cordoweb Ombelicale

Vivo lontano da Cordovado da più di dieci anni, oramai.

E devo ammettere che ogni tanto mi manca. Così quando non posso tornare in Friuli comincio a cercare la parola “Cordovado” su Internet. E negli ultimi tempi ho trovato parecchie cose strane, soprattutto quando non mi fermo ai primi risultati che m’appaiono sullo schermo.

Cercando sul più famoso motore di ricerca, ad esempio, ho scoperto che c’è un cimitero virtuale italiano che ha uno spazio dedicato anche a Cordovado, ma ancora nessuno ci ha messo una lapide.

 

Cercando su Youtube, invece, ho trovato il filmato, girato con un cellulare, di un tizio che entra con la moto accesa in un bar del centro concedendo ai presenti, in visibilio, un “burnout” (che consiste nell’accelerare facendo slittare la gomma posteriore sul pavimento producendo così un sacco di fumo). La cosa divertente del filmato è che, tra gli applausi degli amici, a un certo punto qualcuno grida “una caraffa di birra”, che a quanto si capisce potrebbe essere il premio per la “bravata” del motociclista.

Girando su Flickr, che è un gigantesco deposito per pubblicare le proprie foto, ho notato un’istantanea che ritrae una bambola di fronte alla torre Nord del Castello di Cordovado. Ho cercato un po’ di informazioni sull’autrice dello scatto: si tratta di una ragazza di Trieste che fa la sarta di mestiere e che ha la passione per il mondo delle “fashion dolls”. In due parole: disegna e realizza bellissimi vestiti originali per vari tipi di bambole.

Si trovano davvero un sacco di cose strane, su Internet. Ma, altre volte, la Rete ti illumina all’improvviso. Mi è successo di recente, navigando Cordovado dall’alto usando le mappe satellitari. Ho finalmente scoperto, così, perché il parco in via Giuseppe Moretto (dove abitavo una volta nel famoso condominio-ospedale) si chiama “Sole e Luna”: le due fontane – o meglio i due depositi d’acqua piovana – sono effettivamente costruiti a forma di Sole e di Luna. Ci sarò passato a piedi e in bicicletta milioni di volte per andare a giocare a pallacanestro, ma non me n’ero mai accorto.

Girovagando in Internet la nostalgia di casa un po’ passa. Anche se in testa mi rimane un pensiero fisso: nessuna navigazione “virtuale” potrà mai sostituire il piacere di una bella camminata “reale” tra le vie di quello che resta, sicuramente, uno dei più bei borghi d’Italia.

Federico Favot