Una vita nella scuola

Dopo Francesca Baldo e Donata Turchetto, concludiamo la serie delle interviste al “trio” delle ex-insegnanti di scuola primaria con Luciana Tisiot. La sua carriera è cominciata come maestra unica, per poi proseguire insegnando italiano, storia e geografia.



Quando ha iniziato a insegnare?

“Sono entrata in ruolo nel 1973, ma avevo già fatto una supplenza annuale qualche anno prima, dove sono entrata in contatto con il mondo della scuola e dei bambini”.

Oltre a Cordovado, dove ha insegnato?

“Il primo anno di ruolo l’ho fatto a Chions, poi a Bagnarola. Per molti anni sono stata a Morsano al Tagliamento, che ho considerato la “mia scuola”. Ho fatto anche un anno a Bolzano”.

Come si atteggiavano i bambini nei suoi confronti?

“Naturalmente ci sono stati bambini di tutti i tipi. Ci sono state classi più difficili e classi, invece, assolutamente tranquille. Ci sono dei bambini che ricordo particolarmente per la loro vivacità, ma altri che erano assolutamente adorabili. Davo una certa libertà ai bambini di potersi manifestare. Da un lato, questo favorisce i rapporti più personali, dall’altro c’è il rischio che qualche bambino esageri con il comportamento”.

E con i colleghi?

“Con i colleghi ho sempre avuto un buon rapporto. Particolarmente bello è stato per me insegnare negli ultimi tre anni del mio percorso scolastico a Cordovado, dove mi sono trovata a lavorare nello stesso modulo insieme alle maestre Francesca e Donata. E’ stata veramente una esperienza bellissima per completare la mia carriera, molto gratificante e ricca per me”.

Con il passare degli anni, quali sono stati i cambiamenti più evidenti nell’ambito scolastico?

“Ci sono stati dei cambiamenti come organizzazione della scuola, cambiamenti molto radicali come il passaggio dalla maestra unica al lavoro modulare, che portò a un’iniziale fatica agli insegnanti nel mettersi d’accordo a trovare una linea comune di procedere. Diciamo che anche i bambini sono cambiati tanto nel corso di questi anni. Anche la mentalità dei genitori è cambiata: un tempo i genitori lasciavano tutto in mano alla scuola e alle maestre, che dovevano essere severe e dovevano intervenire a livello di correzione del comportamento. Un po’ alla volta i genitori hanno capito che loro hanno un compito educativo e la scuola un altro e che quindi i due compiti devono integrarsi, pur essendo ben distinti. Ora i genitori sono all’interno del mondo della scuola, giustamente, perché si tratta dei loro figli quindi anno motivo di dir la loro. Una volta non era così”.

Quali caratteristiche dovrebbe avere una maestra per insegnare?

“Oltre alla preparazione, una maestra non dovrebbe essere troppo rigida, dovrebbe cogliere l’”input” che può venire dai ragazzi. Dovrebbe essere creativa, sapersi mettere in gioco sempre e essere disposta a cambiare”.

Ora che è in pensione, come trascorre il suo tempo?

“Io in casa ho ancora due figli che sono ormai grandi, ma che non sono ancora abbastanza grandi da poterli dimenticare! Alcune volte li seguo, anche scolasticamente. Mi piace leggere e per non rimanere fuori dal mondo dei giovani e della scuola faccio parte dell’associazione “Nati per Leggere”, in collaborazione anche con la Biblioteca di Cordovado”.

Sandra, Y Nam, Filippo, Damiano