Illustrazioni da premio – Intervista a Federico Ambrosio

Vent’anni, ex allievo al liceo scientifico “Le Filandiere” di San Vito al Tagliamento, Federico Ambrosio frequenta l’Accademia di Belle Arti ad Urbino. Lo scorso 25 novembre, a Pesaro, ha vinto il Premio di Illustrazione Contemporanea Antonia Mancini. La notizia è apparsa sul quotidiano Il Resto del Carlino. Le sue tavole sono state esposte prima nella stessa Pesaro, alla Galleria di Arte Contemporanea Franca Mancini, e poi a Casa Raffaello, ad Urbino. Alcune delle sue produzioni artistiche sono visitabili online, al blog http://madeinchinaurbino.blogspot.com/.

In che cosa consiste il lavoro che hai presentato al concorso?

Per quanto riguarda il contenuto, si tratta di illustrazioni di una fiaba dei fratelli Grimm rivisitata da me in chiave moderna, ovvero “Hansel e Gretel”, rintavolata come “Una dose di felicità”.

In merito alla realizzazione, ho esposto tre lavori diversi sia per formati che per materiali: un disegno a penna a china su carta e due lucidi lavorati esposti in lightbox. Mi è difficile spiegare a parole quest’ultima tecnica: è più o meno come vedere in controluce una pellicola fotografica.

A cosa ti sei ispirato?

Per il primo lavoro mi sono lasciato trascinare dal fantasticare sui due fratellini che spargevano pasticche invece che briciole e sassolini per ritrovare la via di casa, uno spaccato di una società corrotta. Per quanto riguarda i disegni mi sono ispirato alle mille foto che ho scattato ricostruendo le scene scritte.

Che emozioni hai provato all’annuncio del vincitore e durante la consegna del premio?

Mi hanno detto che sono sbiancato. E chi se lo aspettava! Io avrei premiato altri e tutti lo meritavano. Ero contento delle motivazioni della vincita perché riconoscevano gli sforzi che avevo compiuto nella costruzione e nella realizzazione delle immagini. Poi ho provato un senso liberatorio e pure gratificante. Tendo ad essere dubbioso e insicuro e le conferme e le critiche mi aiutano.

Da dove ha origine la tua passione per l’arte?

La passione per l’arte in generale nasce dalla possibilità che essa ti dà di farti rimanere a bocca aperta, dalla libertà di poterti esprimere come vuoi.

Quale corso frequenti all’Accademia di Belle Arti?

Frequento il secondo anno di Grafica d’Arte, che, ci tengo a precisare, non ha nulla a che vedere con grafica pubblicitaria e cose affini. Mi occupo delle varie tecniche di stampa, principalmente quelle calcografiche, ma tratto anche litografia e serigrafia.

Quali lezioni preferisci?

Adoro le ore di laboratorio di incisione perché stai a contatto con moltissime persone anche di anni differenti e quindi c’è la possibilità di confrontarsi, scoprire soluzioni nuove, di stupirsi di alcuni lavori altrui. Poi posso fare ciò che mi piace maggiormente, ossia prendere delle lastre di metallo e inciderci sopra il mio disegno (come spesso fanno gli studenti sui banchi di scuola con i compassi) poi inchiostrare e posare sotto il torchio con sopra un foglio per stamparci l’immagine. Sollevare la carta per controllare se hai fatto tutto bene e osservare il risultato è un po’ come scartare i regali a Natale.

Cosa ti piacerebbe diventare da “grande”?

Ho molto ancora da apprendere e sperimentare, sicuramente adesso miro a completarmi come artista.

Torni spesso a Cordovado? Ne senti la nostalgia?

Torno abbastanza spesso, una volta al mese circa. Ad Urbino tutti i miei amici conoscono Cordovado, dicono che sono molto “patriottico”! Urbino mi affascina e offre molto. Non rimpiango Cordovado, tranne che per alcune specificità: la pianura, la parlata friulana degli anziani e andare al campetto con gli amici.

Giulia Tomat