L’America di Mara

Basta poco, magari quattro chiacchiere al bar, e di Mara Bagnarol ti colpisce subito la prontezza di battuta, che spesso sfocia in una risata contagiosa. Un carattere solare, come lo definisce l’amico Corrado. E poi la grinta, la stessa con la quale si è battuta per oltre 30 anni – una vita – sui campi di pallone: da giocatrice, da allenatrice, oppure entrambe. Cordovadese, era la centravanti della squadra di calcio femminile attiva in paese attorno alla metà degli anni ’70, con la sorella Rosy al centro della difesa, e poi Anna Sciannelli, Liliana Francescon, Tiziana Barbazza, Franca Petraz tra le altre compagne. E’ in quegli anni che conosce James, soldato americano in servizio alla base aeronautica di Suzzolins. Lui viene trasferito in patria, lei lo segue. Nel 1978 lascia Cordovado per gli Stati Uniti: “Non sapevo una parola di inglese, guardavo la televisione 24 ore su 24 per imparare. È stata dura e in un certo senso lo è ancora, perchè un pezzo del mio cuore è qui a Cordovado, le amicizie che è impossibile dimenticare“.

Mara vive a Kalama, stato di Washington, Nord-Ovest del paese a stelle e strisce. 2500 abitanti, poco distante da Seattle e dall’Oceano Pacifico. L’America è lontana, dall’altra parte della Luna, cantava Lucio Dalla. Ok man, però i gol si segnano lo stesso. Nel 1980 è tra le fondatrici di una squadra, la Cliff Hilltop Market, con cui vince campionati a ripetizione, in Washington e Oregon. Si unirà anche alle Ball Busters in seguito. “Ho il calcio nel sangue“, dice, e oltre a giocare allena. Dalla panchina guida squadre giovanili, insegnando il soccer a calciatori e calciatrici dagli under 7 agli under 16: “molti di loro mi scrivono ancora gli auguri di Natale”, continua. Lascerà il calcio giocato soltanto nel 2006, costretta da dolori alla schiena, dopo una lunga esperienza anche a livello amatoriale, non solo in attacco ma anche come portiere.

Tifosa del Milan, le piace anche guidare la moto. A Kalama è titolare di un’impresa di catering, Ciao Baby, che cucina anche per i teatri, in occasione di spettacoli e festival musicali come l’International night guitar, un gruppo di chitarristi in tour per il Nord America. “Mi sveglio alle 4 per iniziare a fare da mangiare”, racconta. La preparazione dei suoi apprezzati piatti, anche italiani, è pure illustrata in un cookbook, un libro di ricette. E lassù, sulle rive del fiume Columbia, Mara si dà da fare anche nelle associazioni di volontariato: per due volte, nel 2000 e nel 2001 viene nominata cittadina dell’anno. “Mi faccio ben volere, faccio amicizia con tutti”, aggiunge. Nella terra delle opportunità, ha vinto la sua partita.

Antonio Costantini