La scuola è una speranza per il futuro

Pubblicato in Cronaca

Pubblichiamo i passaggi principali dell’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, tenutasi all’Aquila.

Care ragazze e cari ragazzi, insegnanti e personale della scuola, a tutti rivolgo il saluto più cordiale e un augurio sincero per il nuovo anno scolastico. (…) A scuola si cresce come persone. Approfondendo il sapere, scoprendo competenze e talenti, imparando a vivere con gli altri. Ancora troppi studenti lasciano precocemente la scuola senza completare il ciclo di studi. È questa una grave menomazione della vita sociale, che penalizza soprattutto il Mezzogiorno. Il tasso di abbandono scolastico è alto e va ridotto: è un impegno prioritario. Deve crescere, invece, il numero degli studenti che conseguono il titolo di scuola superiore, di qualificazione professionale, dei laureati.

Investire nella scuola accresce il capitale sociale del Paese. Rinunciare alla formazione, o vivere la scuola senza impegno, è spesso l’anticamera dell’emarginazione, della povertà, talvolta dell’illegalità. La mobilità sociale oggi si è arenata: la scuola può farla ripartire, arrecando giustizia e sviluppo. La scuola per tutti è una grande conquista democratica, iscritta nella nostra Costituzione. È levatrice di libertà. Proprio il suo carattere universale e la visione unitaria dell’impegno educativo costituiscono gli anticorpi dell’omologazione e della prepotenza: per questo non possiamo rassegnarci a discriminazioni che derivano da diversità di ceti sociali o da svantaggiate condizioni economiche.

Abbiamo, inoltre, norme di avanguardia che tutelano e favoriscono l’inserimento dei ragazzi con disabilità: vanno pienamente e concretamente attuate. Tutti siamo chiamati a contribuirvi. La scuola italiana ha grandi meriti. E straordinarie qualità. Lo dimostrano i nostri giovani che si fanno apprezzare ovunque, in Italia e all’estero. Certo, la nostra organizzazione scolastica ha limiti che dobbiamo esaminare e continuamente superare. Tuttavia, dobbiamo saper valorizzare, sempre meglio, le eccellenze che siamo stati capaci di costruire e fare in modo che generino nuove, positive esperienze.

Tanti meriti vanno riconosciuti agli insegnanti, ai maestri, ai professori, che mettono la loro passione e la loro preparazione a servizio dei giovani. Non sempre ricevono dalla società e dalle istituzioni il riconoscimento che è loro dovuto. Non poche volte hanno colmato con il loro senso di responsabilità e del dovere, lo spazio lasciato vuoto dalla carenza di risorse materiali o di strutture organizzative. Insieme a loro desidero ringraziare tutto il personale della scuola, che si prodiga per il bene dei ragazzi.

Nuove generazioni di insegnanti sono chiamate a entrare nella scuola. Questa sfida di rinnovamento è decisiva per tenere il passo con i tempi, con i linguaggi che cambiano, con i ragazzi che abitano il web e ci precedono nella società digitale. Tanti nuovi insegnanti erano brillanti studenti pochi anni fa. È necessario garantire questa trasmissione delle conoscenze, della cultura.

La scuola e la famiglia devono parlarsi, incontrarsi, collaborare tra loro. Una società aggressiva, attraversata dal risentimento, orientata a esaltare l’interesse individuale a discapito della comunità, rischia di accentuare le fratture tra insegnanti e genitori. A farne le spese sono soprattutto i ragazzi, quando i loro genitori, per prenderne in qualunque caso le parti, arrivano a screditare o, addirittura, a insolentire gli insegnanti. La nostra società ha bisogno di ascolto, di dialogo, di rispetto degli altri, di maggiore fiducia. E la fiducia comincia dalla scuola.

La scuola non è se stessa se non si dedica anche a scrutare il mondo di domani. È bene che cresca la sensibilità sul tema dell’ambiente e della sua difesa. Mi giungono tante lettere e messaggi da ragazze e ragazzi. Non c’è tema più seguito fra di loro. L’ambiente violato e l’equilibrio da ripristinare sono in cima alle preoccupazioni. I ragazzi di una scuola di Sarteano mi hanno scritto: “Salvare il nostro mondo equivale a salvare i nostri sogni”. I ragazzi hanno diritto di sperare che i loro progetti migliori potranno realizzarsi. La scuola è il terreno dove coltivare questi progetti, e farli crescere.

Il pensiero corre a quel ragazzino di quattordici anni, che veniva dal Mali, che aveva attraversato il deserto ed è annegato in un naufragio nel Mediterraneo. Quando ne hanno ritrovato il corpo, si è scoperto che aveva cucito, nel vestito, la sua pagella. La proteggeva come la sua carta di identità, e la sua speranza.

La scuola è una speranza, sempre e ovunque. Rappresenta la finestra di opportunità per il futuro di ciascun giovane. Dobbiamo renderla più forte ed efficace. Con questa intenzione, rivolgo gli auguri per un anno scolastico sereno e proficuo. Ragazzi, felice scuola a tutti.

Sergio Mattarella