Duomo gremito per Paolo Brosio

Un duomo gremito “in ogni ordine di posto” ha fatto da cornice alla testimonianza di conversione e fede di Paolo Brosio, dal titolo “Medjugorje, terra delle meraviglie”. L’incontro con il giornalista, noto volto Mediaset, rientrava nel programma della rassegna Pordenone Pensa, organizzata dalla Provincia e dal Circolo Culturale Eureka, che quest’anno ha fatto tappa in diversi comuni del territorio, con serate culturali e interventi di rilievo da parte di giornalisti (tra gli altri, Enrico Mentana a Sacile, Filippo Facci a Fiume Veneto).

“Sono stato lontano da Dio dai 17 ai 52 anni – ha raccontato Brosio, rispondendo alle domande del conduttore Daniele Damele – soprattutto per seguire la mia carriera professionale. Lavoravo senza sosta ai programmi televisivi, in nome dei contratti, del successo, dello sport, dei soldi. Il mio dio erano lo share e l’auditel”. Tra il 2007 e il 2008, tre eventi tragici segnano la sua esistenza: la scomparsa del padre, l’incendio del Twiga, il locale di Forte dei Marmi di cui Brosio era comproprietario, la fine del secondo matrimonio. “Non ero nemmeno vicino a mio padre quando è morto – ha detto in lacrime – ero con Vittorio Sgarbi a lavorare a un programma. Dopo queste tre mazzate ho cercato di combattere il dolore con la trasgressione, che era la mia arma quando non pregavo. Sesso e droghe erano i miei mezzi. Ero finito in un giro tremendo, ho sbagliato tanto”. Poi, dopo una serata di eccessi e ricadute, la svolta. “Ho sentito un monito mariano, per tre volte: “Devi smettere”. Ho pregato tutta la notte. Ero a Torino, la mattina ho raggiunto la Chiesa della Consolata. Mi sono confessato e ho aperto il cuore a Dio. Quel giorno, era il 2 febbraio 2009, ho poi subito prenotato un volo per Medjugorje, e la mia vita è cambiata”.

“A Medjugorje – ha proseguito – ho imparato la carità cristiana e l’umiltà, e ho scoperto il più grande confessionale a cielo aperto del mondo. Una fonte di spritualità e di conversioni. La Madonna accoglie tutti e ci aiuta. Se non preghiamo siamo un’umanità vanitosa, e attraverso le preghiere si cura l’anima. Anche per questo – ha aggiunto – dobbiamo voler bene ai nostri parroci, parlare con loro”. Brosio ha citato anche le apparizioni e alcune guarigioni miracolose: “Credo che presto Medjugorje sarà riconosciuta ufficialmente luogo di culto dalla Chiesa”, ha concluso.

Un racconto a tratti vibrante, a tratti accorato e commovente, senz’altro coinvolgente, anche per gli ascoltatori non credenti.