Quel Natale dell’83 che vide nascere il presepe di Belvedere

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Era il febbraio del 1983 quando Berto Tisiot e Paolo Danelon decisero di realizzare un carro allegorico per Carnevale, con un castello di Cordovado in miniatura, sul quale rappresentare i vari mestieri. Qualche mese dopo, per il Natale dello stesso anno, trent’anni or sono, allestirono in quel medesimo castello, che vediamo ancora oggi, il primo presepe. Lavoro e impegno furono investiti per rallegrare le persone e regalare un sorriso. Si intende qui condividere la gioia di quei momenti, e di quelli dei natali a venire, perchè l’entusiasmo di chi racconta lascia pensare che non ci si potrà mai dimenticare di questo presepe. E così, ogni notte di Natale, dopo la Vigilia, in una via Belvedere illuminata da luci colorate, si snoda la folla dei fedeli cordovadesi, fino a quella grotta dove viene posato il bambino Gesù.

Viene preparata da un gruppo di volontari, e ogni anno pecore e pastori illuminano con le loro fiaccole i volti dei bambini, che con gli occhi spalancati vengono a contemplare il mistero della Natività. Paolo e Berto rammentano i primi anni, i loro amici collaboratori (circa 40, la maggioranza della borgata dei Casoni), l’impareggiabile Angelo Sut, il Chechi, che due anni fa li ha lasciati. E ancora, la benedizione del parroco, le epifanie il giorno della Foghera, i re Magi, che sono dei ragazzi, i loro vestiti che vengono cuciti da donne capaci, la presenza delle famiglie.

Ma le cose non sono mai perfette. Il castello avrebbe bisogno di un tetto nuovo e di una base più solida. In questi ultimi due anni la corrente elettrica è venuta a mancare ed è stato chiesto agli abitanti della via di mettere a disposizione la propria. In fin dei conti, si pensa anche ad un’altra luce, che è la più bella e che non si vuol vedere spenta. E alla fine, sempre, in via Belvedere, ogni Natale, diventa possibile pensare: tu scendi dalle stelle, o re del cielo, e vieni in una grotta al freddo, al gelo.