Proposte per una buona politica

Mi sento disgustato dall’atteggiamento di politici mercenari e bugiardi, che fanno i loro interessi alle spalle di chi come noi ha lavorato fra mille difficoltà. Io ero prima contadino e successivamente guardiano notturno. I politici, per fortuna non tutti, diventano sempre più ricchi. Gli operai, spesso disoccupati o cassintegrati, invece sono sempre più poveri. Mi chiedo: che stato sociale è diventato questo, che tollera (e tutela) i privilegi di pochi e lascia i tanti a faticare per arrivare a fine mese, dopo una vita già faticosa di suo? In Parlamento, ma anche in molti Consigli regionali, hanno perso di vista la Carta costituzionale e tutto ciò che essa contiene. Poi penso alla storia e ai valori del Movimento di Liberazione: non li insegnano nei programmi didattici. La scuola non racconta che, dopo l’Unità, si sono fatte guerre d’aggressione. Ai giovani dico: siate contro ogni forma di dittatura, compreso il pensiero unico e omologato. Nella federmezzadri il nostro motto era “La terra a chi la lavora”, ma per renderlo concreto abbiamo dovuto subire minacce, botte, angherie, pestaggi da parte dei celerini. Il passato va conosciuto meglio per capire il presente. Parlo ogni giorno con i pensionati che faticano ad arrivare a fine mese, dopo essermi impegnato per 40 anni a tutelare i loro diritti. Ho sei punti in mente ben chiari. Credo dovrebbero esistere tre soli livelli pensionistici: la minima a 850 euro, un secondo a 1500 e un terzo (il massimo, indipendentemente dai versamenti) a 2500. Servirebbe pure la patrimoniale: chi più ha, più contribuisce con le tasse. Penso poi che dovrebbe essere tecnicamente ineleggibile a cariche pubbliche chi sia stato condannato con una sentenza definitiva. Vorrei infine vedere deputati e sindaci non superare le due legislature, ridurre in maniera significativa i loro privilegi economici, poter votare con le preferenze.

Manlio Simonato