La grinta dell’inimitabile Bruno

Un grande personaggio nella storia della SPAL Cordovado è stato senz’altro Bruno Ventoruzzo, amichevolmente detto “sgnapa”. Un trascinatore unico, un personaggio autentico, inimitabile. Abbiamo vinto un campionato soltanto con la grinta e la passione che ci trasmetteva come allenatore. Un esercizio di grinta consisteva nel metterci a coppie uno di fronte all’altro e ringhiare come i cani per far paura all’avversario.

Si giocava nel campo sportivo di via Rogge, vicino alla stazione, e c’erano più sassi che erba. In quel campionato, era il 1973-74, feci 35 gol, 53 contando anche le amichevoli. Ogni venerdì, dopo l’allenamento, ci invitavano in qualche cantina, la più famosa quella di “Giovanin” Versolato, a Venchieredo, a mangiare e bere, veramente più a bere che mangiare, e il mister si sedeva a cavallo di una botte. Se non avessimo vinto il campionato di sicuro avremmo vinto la coppa di “ciucia litri”, il soprannome dato alla squadra.

Una sera di inizio anno, dopo l’allenamento, il mister ci propose di andare a correre fino alla “foghera” di Belvedere, dove naturalmente si mangiava e si beveva. Al ritorno, tra le mura del Castello, solitaria e senza targa di riconoscimento, trovammo una “rassa” che scorrazzava libera. Visto che si era persa, ed erano le ore 23, decidemmo di portarla al “pronto soccorso”: il ristorante alla Stazione, dove a quel tempo il gestore era Gino Nogherotto, il papà di Vanni e Corrado. Qualche giorno dopo invitammo tutti i giocatori a mangiarla e naturalmente venne anche il “Nin” Coassin, il quale, con grande sorpresa, scoprì che l’anatra era sua e per giunta era quella “da semenza”, quella che durante l’anno avrebbe dovuto deporre le uova per far nascere nuove anatre. Gli chiedemmo scusa e lui, da gran signore, non si arrabbiò. La festa, così, potè avere inizio. Naturalmente non gli facemmo pagare la cena.

Piero Dorigo