Quei valori da non dimenticare

Cordovado: il paese di campagna, l’ameno borgo rimasto fermo nei secoli in un vergine oblio, il centro urbano di quella pianura piatta, silenziosa, solcata dai rii delle risorgive, mai invadente o chiassosa è oggi un vivo comune alla periferia di una tela collegata al mondo.

Gli echi di modernità che una volta rimbalzavano nel tempo dilatati, gli avvenimenti che incidono profondamente nella nostra cultura, ora sono metabolizzati in tempo reale, miracolo del progresso!

Eppure a me manca un pò quel tempo della riflessione, quel limbo in cui trovavo il coraggio di farmi un’opinione, senza essere pressato dagli avvenimenti, senza dover prendere posizione all’istante. Tutti sanno tutto, ma è incredibile! Mi dico che devo aggiornarmi, devo adeguarmi, devo essere primo mai secondo, qui tutti sorpassano ma… dove vanno? No, la velocità non è mai stata una nobile qualità intellettuale, i miei dubbi si fanno certezza.

Allora leggo con rinnovato orgoglio il giornale Curtis Vadi che ho l’onore di aver servito dal 1970 al 1977, il numero di gennaio 2018, e non importa se ha perso il piglio battagliero di anni lontani, resta pur sempre un segno tangibile del volontariato cordovadese. Subito all’interno della prima pagina trovo un articolo che non sfigurerebbe nei quotidiani a tiratura nazionale. È un caloroso, genuino, incisivo invito a non dimenticare i valori fondanti la costituzione repubblicana, di un vecchio democratico che non dimentica, a contrastare tutti quegli odiosi episodi che negli ultimi mesi hanno rigurgitato un “fascismo” che sembrava superato e condannato da ogni mente raziocinante. Da compaesano un grazie di civiltà a Simonato e alla redazione sensibile e attenta. Grazie.

Roberto Zanin