Difendersi dalle bufale (o fake news)

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Un interessante articolo pubblicato su Scientific American di maggio 2018 (e poi su Psychology Today) fa riflettere su quali siano i meccanismi che ci attirano a pensare in modo “anti-scientifico”, e a cadere nelle trappole delle bufale (fake news), suggerendo nel contempo anche delle possibili contromisure.

Essenzialmente i meccanismi di base che ci possono portare a credere a informazioni anti-scientifiche o fasulle sono tre: la fretta, il pregiudizio rispetto ad un certo argomento, il bisogno di riconoscimento sociale. Vediamo in dettaglio questi tre elementi.

Il primo, la fretta, è quel meccanismo che mettiamo in atto se dobbiamo prendere una decisione appunto in poco tempo. Se non abbiamo la possibilità di approfondire di solito seguiamo due strade: ci basiamo sul giudizio di un “esperto” o almeno presunto tale, o su una fonte che conosciamo già, come ad esempio un determinato giornale. Per contrastare questo meccanismo si dovrebbe usare più tempo, il tempo necessario ad informarsi in modo esteso e completo.

Il secondo, il pregiudizio, è un meccanismo più sottile, che emerge soprattutto quando troviamo informazioni che contrastano le nostre idee. È difficile per tutti accettare di cambiare opinione od anche solo mettere in discussione qualche nostra certezza: siamo quindi portati spontaneamente a dare meno peso a idee in contrasto con le nostre e più peso a idee che sono in linea con le nostre, insomma non siamo affatto indifferenti alle informazioni. Per contrastare questo meccanismo dovremmo ricevere le informazioni sapendo che faremo fatica ad accettarle se sono in contrasto con le nostre idee, e quindi allenarci a “cambiare” punto di vista.

Il terzo, il bisogno di riconoscimento sociale, è anch’esso un meccanismo sottile che dipende dalla nostra necessità di avere riscontri positivi dagli altri. Se riceviamo un’informazione che persone che riteniamo importanti per noi reputano negativamente è difficile che restiamo obiettivi ed indifferenti, saremo invece portati naturalmente ad appoggiare il punto di vista delle persone con cui siamo in relazione (più profonda è e più saremo “forzati”). Per contrastare questo meccanismo dovremmo ricevere le informazioni in modo indipendente dalle opinioni delle persone che reputiamo importanti e saper difendere le nostre idee anche se sono contrastate da queste persone.

Naturalmente tutto questo non ci mette del tutto al sicuro da informazioni fasulle o scelte errate, ma aiuta a essere più liberi da meccanismi a volte molto inconsapevoli che ci possono fare cadere in “trappola”. Articolo originale: https://www.psychologytoday.com/intl/ blog/sex-murder-and-the-meaning-life/201807/the-science- antiscientific-thinking

Lorenzo Marafatto