35 anni di bandiere

Da 35 anni il Gruppo Sbandieratori di Cordovado fa volteggiare i vessilli e rullare i tamburi. In regione, nelle città italiane, nelle trasferte europee. E ad ogni rievocazione storica cordovadese, l’appuntamento immancabile e atteso, perché si torna sempre dove si è nati.

Le origini del gruppo risalgono al 1988, proprio nel contesto del palio dei Rioni, in quell’anno alla sua terza edizione, per iniziativa di alcuni giovani appassionati dell’arte della bandiera intenzionati ad arricchire la kermesse medievale di un’ulteriore nota di colore e coreografia. Per festeggiare le 35 candeline, sono in programma due iniziative. “Stiamo organizzando una mostra sulla nostra storia, che verrà allestita durante la rievocazione storica di fine agosto, a cui si affiancherà anche una piccola pubblicazione che riassumerà quanto abbiamo fatto in questi 35 anni”, ha detto al Gazzettino Matteo Petraz, attuale presidente del gruppo che attualmente conta una trentina di componenti tra sbandieratori e tamburini.

Questi ultimi accompagnano le coreografie delle bandiere con loro i ritmi coinvolgenti, e forniscono un prezioso sfondo a completamento delle esibizioni. Dall’anno della fondazione 200 persone, tra sbandieratori e tamburini, hanno fatto parte del sodalizio, che nel 2010 si è costituito come associazione di promozione sociale, dotandosi di statuto.

Vicepresidente è Roberto Bozzato, che è anche l’unico rimasto dei fondatori, segretario è Tiziano Driol. In tanti anni di esperienza, il gruppo ha acquisito professionalità e competenza tecnica grazie alla presenza in numerose manifestazioni e al costante impegno dei componenti.

Oggi con gli sbandieratori sfilano anche altri figuranti, come dame e cavalieri. Nel tempo sono cambiate le bandiere, via via più leggere e flessibili, con le aste in fibra di carbonio e i vessilli di tessuto trasparente, e si è ridotto anche il peso dei tamburi.

Tra i primi eventi del 2023, la partecipazione, con gli inconfondibili costumi storici rossi, ai festeggiamenti dell’Epifania a Tarcento, nell’attesa del Vecchio Venerando, al Carnevale di Villach e l’esibizione allo stadio di Fontanafredda, nell’intervallo della prima partita giocata in casa dal Pordenone dopo il periodo a Lignano.