La siccità

Nel 2022 e in questi primi mesi del 2023 abbiamo affrontato purtroppo un periodo di scarsità di precipitazioni e temperature elevate nelle nostre zone. Di solito in Friuli Venezia Giulia e in tutto il Nord Italia, delimitato dalle Alpi a settentrione e dall’Appennino al Sud, vi è una grande abbondanza di risorse idriche. Ripercorrendo gli ultimi anni però, nel 2003, 2012, 2017 e 2019 si sono verificati diversi episodi di siccità, che ad esempio hanno portato lunghi periodi di magra del Po.

L’Università di Torino e l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR hanno analizzato le caratteristiche delle siccità in Nord Italia, nel passato, nel presente, e, utilizzando 12 modelli climatici a computer, nel futuro. Da tutti questi studi emerge che le cause della siccità che stiamo sperimentando risiedono in meccanismi che sono cambiati nel corso degli anni.

Infatti, prima del 2000 gli eventi di siccità dipendevano soprattutto da un’evapotraspirazione (dal suolo e dalla vegetazione) al di sopra della norma, per temperature sopra la media. Dopo il 2000 invece le siccità derivano soprattutto dal fatto che si sono alternati eventi di precipitazione molto intensa intervallati da periodi secchi sempre più lunghi.

Come causa ulteriore, l’anticiclone africano è diventato più intenso, e porta nel bacino del Mediterraneo frequenti impulsi di aria sahariana calda e secca. Gli scienziati suggeriscono che certamente sarà utile creare più serbatoi, ma occorre anche usare l’acqua in modo molto più efficiente.

Il prof. Stefano Fenoglio, docente di Zoologia e Idrobiologia all’Università di Torino, afferma che l’Italia dovrebbe adottare una pianificazione idrica a lungo termine, scegliendo colture che richiedano poca irrigazione ed utilizzando sistemi di distribuzione e irrigazione molto più efficienti.

Matteo Zolin, della Coldiretti FVG, in un articolo del Gazzettino di Pordenone del 12 luglio 2022, riporta come l’Ersa e i consorzi stiano sperimentando sistemi all’avanguardia di “micro e sub-irrigazione”, grazie ad accordi con l’Emilia-Romagna, che “permettono di efficientare il quantitativo d’acqua utilizzato per ogni centimetro di un campo coltivato, evitando il fenomeno dell’evapotraspirazione”.

Lorenzo Marafatto