Un cordovadese alla guida di un progetto spaziale

Un ricercatore cordovadese è il team leader di un progetto di ricerca finanziato dalla NASA, con l’obiettivo di rendere più accessibili ed efficienti i voli spaziali e ridurre i tempi di spostamento.

Si tratta di Luca Maddalena, 38 anni, già noto ai lettori del Curtis Vadi, che attualmente è Associate Professor all’Università del Texas ad Arlington dopo essersi laureato in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano e aver conseguito un Dottorato di ricerca al Virginia Polytechnic Institute.

Il progetto di cui è a capo avrà una durata di tre anni, è stato messo a punto assieme a un altro collega italiano, Luca Massa, ed è stato l’unico vincitore negli USA, emergendo tra progetti altamente competitivi, presentati, tra gli altri, da importanti università come MIT e Caltech e diverse industrie aerospaziali. Il finanziamento disposto dalla NASA, l’ente aerospaziale statunitense, ammonta a 640.000 dollari.

Alla notizia è stato dato rilievo anche sul Dallas Morning News, uno dei 20 quotidiani più venduti negli USA. “Quando sono mi sono recato nella sede della NASA di Langley, in Virginia, per il meeting di inizio progetto – racconta Luca – mi hanno chiesto da che parte dall’Italia arrivavo, e durante il pranzo con alcuni responsabili dell’ente ho detto loro fieramente di essere di Cordovado. In quel momento ho pensato tra me e me: ma sarà vero che dalle pescate al Paker ora son qui ad aiutare la NASA (su loro richiesta e sponsorizzazione unica) nel nuovo veicolo spaziale?”.

La ricerca, in estrema sintesi, si basa su nuovi concetti per la propulsione ipersonica, in base ai quali il modello di navetta spaziale può raggiungere una velocità di circa Mach 16, nell’ordine dei 5 chilometri al secondo. Per avere un termine di paragone, basti pensare che un proiettile sparato da un arma da fuoco viaggia a circa Mach 2. “Per lo studio – continua Luca – utilizzeremo sofisticate simulazioni numeriche al calcolatore e un’intensiva campagna di prove sperimentali in gallerie del vento supersoniche”.