I platani di Cordovado

Qualcuno si era mai chiesto quanto è lunga la circonferenza del platano accanto al monumento ai Caduti? Nella foto qui pubblicata è possibile trovare la risposta: sono più di quattro metri. L’ho misurata con l’aiuto dell’amico Aldo Ceroni, piantando un chiodo per terra e attorniando l’albero con uno spago.

Ho già scritto qualcosa sui platani, che sono sempre stati una caratteristica di Cordovado. Arrivando da San Vito, i primi che si incontravano erano posti ai lati della strada statale dal bar Orlando alle Casette, circondavano la piazza della latteria e gli ultimi costeggiavano sulla destra il Roiale sino alle prime case del Borgo Madonna. Dal ponte davanti al Santuario, due file parallele formavano una verde galleria fino alla stazione ferroviaria.

Passato il Borgo, dai piedi del Castello, lungo via Umberto I (l’attuale via Roma) i platani continuavano aldilà dell’incrocio con via Bassa; dall’altro lato, poco oltre il giardino dell’asilo, alcuni altri erano stati collocati sullo slargo a fianco della strada. Con l’andar del tempo, ne sono rimasti pochi. Al riguardo, l’inverno 1928-29 fu particolarmente rigido e molti di questi platani si spaccarono a causa del gelo. A quel punto, sistemarono la sponda della Ligugnana costruendo il lavatoio a livello della roggia e la protezione con le colonnine. Fu anche rettificata la sede stradale, rendendola più centrale. I pochi superstiti furono tagliati nel 1935, quando furono costruite le scuole elementari.

Il platano del monumento invece resiste maestoso. Non so quanto sia vecchio. Conoscendo un po’ i fatti non troppo lontani di Cordovado, provo a formulare un’ipotesi. È possibile che i platani siano stati piantati attorno al 1888, quando fu realizzato il tronco ferroviario Portogruaro-Casarsa, costruito e alberato il viale che porta alla stazione. Tra questi, i pochi ancora esistenti, pur non eguagliandone l’imponenza, hanno dimensioni simili al platano del monumento, che dovrebbe quindi contare più di 120 anni. Fino a poco tempo fa il più vetusto si trovava, purtroppo già secco, accanto al Ristorante alla Stazione. Ne rimane soltanto il tronco, in attesa di essere tagliato. Le intemperie, l’inquinamento e le esigenze del traffico (vedi rotatoria) ha comportato l’annientamento dei residui. Quelli rimasti si contano sulle dita di una mano.

Mario Monopoli