Omicron e lo stato della pandemia

Pubblicato in Cronaca

Come dappertutto, anche a Cordovado la variante Omicron del virus Sars-Cov-2 ha determinato un aumento delle diagnosi di Covid-19, in particolare a gennaio, a livelli mai registrati nelle precedenti ondate epidemiche. Il grafico qui in basso evidenzia il numero di persone positive a diverse date tra dicembre e febbraio, sulla base dei conteggi periodicamente comunicati dal Comune sulla propria pagina Facebook. Dai recenti sviluppi, appare chiaro come la pandemia non sia affatto terminata, nonostante l’allentamento delle misure restrittive, esito di scelte politiche, e la narrazione, fuorviante e dannosa, sulla presunta “raffreddorizzazione” del virus. Per giunta è praticamente impossibile prevederne la traiettoria.

Al momento in cui scriviamo, il numero di contagi giornalieri in tutte le regioni italiane rimane molto elevato. A febbraio il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invitato alla prudenza: “È troppo presto per cantare vittoria contro Covid-19. Molti paesi registrano alte incidenze di ospedalizzazione e decessi. Con elevata trasmissione, la possibilità che emerga una nuova variante più pericolosa è concreta. Esortiamo tutti ad avere cautela”.

Rimangono valide le raccomandazioni di sempre: aderire al piano vaccinale, anche pediatrico, per ridurre il pericolo di forme gravi della malattia, indossare la mascherina, meglio se FFP2, rispettare la distanza di sicurezza nelle occasioni di incontro, igienizzare le mani, ricorrere ai test diagnostici (il tampone), evitare i luoghi affollati. Non è il caso, in sintesi, di dismettere le precauzioni.

In prospettiva futura – con una certa urgenza, peraltro – sarebbe prioritario affrontare il problema della qualità dell’aria negli ambienti chiusi, per mitigare il rischio di contagio. A partire dalle scuole, ad esempio, in vista del quarto anno scolastico dall’irruzione della pandemia. Occorrono investimenti e la volontà dei decisori, perché le competenze e le tecnologie per interventi appropriati sono disponibili: un modo per contenere la diffusione di un virus che si trasmette principalmente per aerosol passa attraverso l’installazione di impianti filtraggio e purificazione dell’aria e di ventilazione meccanica controllata (Vcm). Una prima sperimentazione è stata attuata dalla regione Marche, che già da gennaio 2021, unica in Italia, ha investito risorse proprie, 9 milioni di euro, per dotare le aule di impianti di Vcm e ha destinato ulteriori 3 milioni all’acquisto di sanificatori. I risultati sono davvero promettenti: la ventilazione meccanica ha fatto rilevare una capacità signifi cativa di abbattere la carica virale nell’aria, con una riduzione del rischio di infezione da Sars-CoV-2 di oltre l’80%.