La civiltà romana ancorata al nostro passato

Ancora un binomio che ha lasciato una traccia indelebile sul nostro territorio, ancora la sorpresa di ritrovare la civiltà romana ancorata al nostro passato, presente nell’insediamento dei nostri centri, memoria della tradizione latina che ha forgiato il concetto stesso di Europa. Ancora il fiume Tagliamento, padre padrone del Friuli, capace di indurre le attività umane ai suoi margini, di spostare le scelte logistiche, di accompagnare lo sviluppo economico del suo conoide alluvionale.

Roma e Tagliamento: alla base di una eccezionale scoperta in località Belvedere, proprio in prossimità dello scomparso alveo del Tiliaventus Maius, affiora lo scheletro di un abitato romano, databile tra il I e il IV secolo d.c., tre locali divisi da un quarto da un selciato stradale, forse una casa colonica? Situato a poco meno di due metri di profondità ma invaso dall’inevitabile acqua sorgiva del fiume che la ricopre tutta purtroppo. Chi era il proprietario?

Forse un legionario dell’imperatore Traiano ritornato dalle conquiste daciche, un ufficiale o un patrizio dell’epoca in cui governava Costantino, un liberto affrancato, più semplicemente un artigiano arricchitosi nella vicina Concordia Sagittaria, nelle fabbriche appunto di sagittae (frecce), chissà certamente la vicina Julia Concordia era intimamente collegata a questa attività decentrata, posta com’era all’incrocio delle consolari Annia e Postumia. Una attività di bosco forse una falegnameria, o legata alla coltivazione di cereali, aspettiamo conferme dalla Soprintendenza.

Cordovado ha la sua romanità accertata proprio a Belvedere, proprio vicino all’alveo di un ramo del Tagliamento, sono stati scoperti pavimenti in tessere di laterizio, strutture murarie a livello di fondazione, altri pavimenti in ghiaia e laterizio, un piano lastricato con solcature di carro, evidente presenza di una strada che collegava questo sito ai margini della centuriazione sud-est. Del resto, l’ubicazione primitiva del centro storico di Curtis Vadi è più a sud-est, attorno al duomo vecchio, non il moderno attratto dal borgus novo adiacente al Santuario, e questa nuova scoperta a Belvedere ne conferma l’ipotesi.

Come comunità siamo interessati a saperne di più, a fare pressione perché si indaghi ulteriormente, a raccomandare ai preposti di trovare soluzioni all’attuale rinterramento, alla responsabile della direzione scientifica dottoressa Serena Di Tonto di relazionarci con dovizia di particolari lo straordinario ritrovamento impensabile fino a qualche mese fa. Rinterrare tutto però con la promessa di proseguire con successive campagne di scavo e di ricerca, in un territorio, il nostro, poco indagato e che potrebbe restituirci tesori storici impensabili. Cordovado ha la sua Aquileia a Belvedere e noi ne siamo orgogliosi, il nostro passato allarga l’orizzonte delle nostre radici.

Roberto Zanin