Per un “ritratto” di Rino Romano

Ora che è in pensione, è diventato un frequentatore abituale della biblioteca comunale, dove si reca periodicamente per procurarsi le letture che gli interessano, come quelle di classici della filosofia antica cui si è dedicato ultimamente, mosso dalla curiosità di conoscere direttamente autori e argomenti che da giovane non aveva avuto la possibilità di coltivare. Ma è lui stesso a rivelare volentieri, a chi lo interroga su questo argomento, che “curiosità e desiderio di apprendere” sono sempre stati punti di forza del suo carattere, che lo hanno costantemente stimolato ad affrontare con spirito intraprendente gli impegni e le difficoltà incontrate nel corso della sua lunga esperienza professionale.

A cominciare da quando, a dodici anni, attratto dall’interesse per la radiofonia, era stato capace di costruirsi da solo, con le nozioni apprese dalla lettura attenta di una rivista tecnica che circolava diffusamente negli anni del dopoguerra, un ricevitore radio a galena, senza ausilio di elettricità o batterie, collegato a una lunga antenna che aveva teso sul tetto della sua casa di Fiume Veneto, sfidando i rimproveri paterni, per captare efficacemente i messaggi sonori trasportati dalle onde irradiate nell’etere.

Il desiderio di approfondire le conoscenze nella materia che lo appassionava lo aveva spinto negli anni dell’adolescenza a seguire i corsi per corrispondenza per tecnici della radiofonia, offerti all’epoca da istituti di formazione presenti solo in altre regioni del Nord Italia, così da procurarsi una preparazione adeguata a consentirgli di dedicarsi al lavoro che gli piaceva ed acquisire in pochi anni un’esperienza sufficiente a farlo sentire in grado di “mettersi in proprio” e avviare un’autonoma attività professionale in questo campo. È così che, alla fine degli anni Cinquanta, non ancora maggiorenne, Rino Romano, seguendo anche i consigli di amici e colleghi del mestiere, decide di trasferirsi a Cordovado per insediare qui la sua attività artigiana e commerciale di riparatore e fornitore di apparecchi radiofonici e televisivi. A Cordovado, che gli appare, come lui stesso racconta “un paese signorile”, punto di riferimento anche per la popolazione di centri minori dei dintorni, trova le migliori condizioni per inserirsi presto nella vita della comunità.

In breve si sposa e mette su famiglia e mentre sviluppa la sua attività commerciale non rinuncia alla opportunità di completare la propria preparazione scolastica, frequentando i corsi per adulti che gli permettono di conseguire il diploma di scuola media. Nella fase di espansione economica degli anni Sessanta e primi anni Settanta, con la crescita del tenore di vita della popolazione e la rapida diffusione della domanda di beni di consumo durevole, l’iniziativa di Rino Romano si mostra attenta a cogliere e a rispondere alle nuove esigenze delle famiglie, con un’offerta di moderni elettrodomestici e di servizi di assistenza, capaci di soddisfare “su misura” i bisogni della clientela. Si spiega così il progressivo ampliamento della gamma di beni offerti dal suo negozio che, partito come laboratorio artigiano per la riparazione di apparecchiature radiofoniche e televisive, si differenzia fino a specializzarsi nel campo del mobilio e dell’arredamento domestico.

Una iniziativa coraggiosa di differenziazione e ampliamento, il cui successo è frutto anche della cura che Romano dedica a migliorare e a estendere la propria preparazione professionale nei nuovi ambiti di attività, attraverso la frequenza dei corsi serali di formazione tenuti presso l’Istituto “Parini” di Pordenone, che gli permettono di approfondire le conoscenze storiche e tecniche nelle materie collegate alla cultura dell’arredamento.

L’apertura, nel 1976, della nuova sede del suo negozio, dotata di ampio spazio espositivo, nel centro del paese, in un palazzetto di nuova costruzione che si affaccia sulla piazza S. Caterina, si può dire segni “la svolta” verso il periodo di piena fioritura della ditta di Romano, che grazie anche all’apporto dato in seguito dalla partecipazione dei figli, diventa ben presto punto di riferimento per una domanda di servizi di arredamento diffusa su un’area via via più vasta, che supera l’ambito regionale e comprende anche clienti provenienti da lontano e dall’estero. È questo anche il periodo in cui l’impegno di Romano nella partecipazione alla vita sociale e civile del paese diventa più significativo. È un impegno al quale viene incoraggiato da amici e conoscenti, e che lui stesso dice di intendere come servizio da rendere alla comunità che lo ha accolto e alla quale sente di appartenere: dalla partecipazione e sostegno alla associazione calcistica della Spal al ruolo di rappresentante dei genitori nei nuovi organi collegiali scolastici, dove viene eletto, plebiscitariamente, presidente del Consiglio di Circolo.

Fino alla elezione a rappresentante nel Consiglio comunale, dove viene confermato per vent’anni nel corso dei quali svolge anche la delicata funzione di presidente della Commissione che ha il compito di predisporre il piano di recupero del centro storico – un’operazione, questa, che Cordovado è tra i primi comuni della regione a portare a corretto compimento. Nell’ultima fase di attività, la piccola impresa di arredamento subisce inevitabilmente le conseguenze sfavorevoli dell’avvento sul mercato dei mega-centri commerciali appartenenti ai grandi gruppi economici della distribuzione.

Di questo periodo resta peraltro a Rino Romano la soddisfazione di essere stato capace di portare a termine, con l’aiuto di pochi collaboratori, grandi lavori di arredamento, in quelle che lui stesso chiama sorridendo le sue “avventure all’estero”, tra le quali spicca da ultimo l’affidamento ricevuto dal vescovo metropolita di Zagabria, massima autorità della “chiesa serbo-ortodossa di Zagabria e Lubiana” per l’arredamento della sua residenza ufficiale, nel centro della capitale croata.

L’onorificenza ricevuta dal primate religioso in occasione della consegna dei lavori è un riconoscimento significativo che, idealmente, Rino Romano può considerare rivolto all’intera sua attività e che, come tiene a sottolineare, dovrebbe essere esteso ai famigliari senza il cui paziente sostegno non sarebbe riuscito a perseguire i lusinghieri traguardi raggiunti.

Giuliano Abate